Il linguaggio della rete: andata & ritorno

La rete è ormai sinonimo di innovazione dei linguaggi, degli stili di vita, dei prodotti, delle marche e l’elenco potrebbe essere infinito. Una delle sfaccettature più interessanti però è data dalla sua capacità di rielaborare dinamiche relazionali storiche e tradizionali. L’esempio più chiaro di questo assunto sono i social network e la loro struttura ramificata di gestione delle conoscenze, che non è in sè nuova ma semplicemente sposta la “vecchia rubrica” nel mondo virtuale, e la collega all’instant messaging.

E’ stato un percorso lungo ed elaborato sebbene apparentemente potrebbe sembrare breve. Dal telefono fisso con la rubrica degli indirizzi e dei numeri scritta a penna all’elenco dei contatti nel cellulare e nella casella mail, per arrivare ad aggregare il tutto in Facebook per gli amici, in Linkedin o in Plaxo Pulse per il lavoro, ma senza mai cambiare la logica della conoscenza diretta e reale come punto di partenza della relazione. Creato l’account si contattano persone che hanno avuto un posto nella nostra vita reale per semplificarci la vita in termini di organizzazione e gestione, ma non si amplia veramente il network e la dinamica relazionale – almeno in partenza – è la stessa che muove l’uomo da sempre. Si aggiungono più occasioni di scambio – la chat, la mail, il gruppo – e al contempo anzichè diminuire il contatto con la vita reale aumenta attraverso il recupero dei compagni di scuola di cui si erano perse le tracce o degli amici d’infanzia. Questo stretto legame con la realtà, non solo come luogo ma anche e soprattutto come fonte di valori e contenuti dai quali attingere è il vero valore aggiunto della rete che da non-luogo diventa luogo a tutti gli effetti.