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Anche qui ci si vuole aggiungere al chiacchiericcio di questi giorni circa iPhone.
Riprendendo quanto scritto da emmebi, credo ci sia un altro punto su cui soffermarsi riguardo all’effetto indotto del telefono Apple sui media.
In questi giorni, spuntano sempre più numerosi siti che annunciano una propria versione iPhone-friendly. Pare cioè sia giunto il momento di assecondare l’esigenza di navigazione da passeggio degli utenti italiani di telefonia mobile. Tuttavia, l’infrastruttura sulla quale ci si appoggia è oramai la stessa da qualche anno – l’Italia è stata tra le prime nazioni dove gli operatori hanno puntato tutto e subito su 3g – e di certo il mercato offre da tempo una vastità di smartphone in grado di accedere alla rete. Ma, a quanto pare, il switch sta avvenendo solo ora con l’ultimo arrivato di Cupertino. Di colpo, i media sono divenuti sensibili all’esigenza di fornire contenuti che giustificassero l’adozione della banda larga mobile. E gli operatori, che anni fa si auguravano che la migrazione verso 3g avvenisse proprio con la spinta dei content media, possono fregarsi le mani solo ora. O meglio, le mani se le sono fregate sempre, visto che, in mancanza dell’atteso impulso, il passaggio a 3g è stato forzato, archiviando i telefoni GSM e gonfiando il mercato con banalità come suonerie o MMS.
Perciò la tesi è questa: Apple è cool, iPhone è cool e sexy. Quindi, ora essere iPhone-friendly è un faro per i content media. Ecco il moltiplicarsi di siti /i o i., anche se poi sono scarni e meno appetibili di un buon feed-reader (vedi Corsera).
Ce n’era bisogno? Forse no, o meglio non ora, prima. Safari Mobile, il browser di iPhone, ha tra le sue doti quella di rendere marcatamente più facile la navigazione di siti “convenzionali”, grazie alla potenza del proprio motore grafico e all’agilità della navigazione interna alla pagina (via gestures: flick, slide, tap). Siti “mobile” dedicati ne esistevano già; forse se sviluppati con più determinazione e senso estetico avrebbero incentivato l’uso degli altri telefoni per navigare. Prima, una volta. Quando non c’era iPhone e non si doveva essere iPhone-friendly.