Il mash up di giornalismo e rete -7-
Mantellini
L’errore ciclopico che i giornalisti continuano a fare è pensare che troppa informazione voglia dire non informazione. Al momento siamo in una fase dove c’è il troppo ma vedo un terzo passaggio per un’informazione migliore che sta nella possibilità di filtrare i contenuti. Potrà un aggregatore di feed diventare un mezzo utile per milioni di cittadini? Un giornalismo aperto che domani sia in grado di selezionare per qualità.
De Biase
Bisogna pensare al tipo di contributo che possiamo dare tutti quanti con i vari ruoli.
Questo discorso assomiglia sempre a se stesso perchè manca un’idea di prospettiva da seguire.
Facci
La notizia è la comunicazione di un fatto di pubblico interesse. Se questa definizione è vera molti di noi giornalisti fanno un’altro lavoro da molti anni. C’è un altro problema; bisogna calcolare ciò che interessa alla gente ma non bisogna fomentarlo altrimenti arriveremo ad aprire con il prezzo delle cipolle e con il Grande Fratello.
Si ritorna al concetto ideologico: non sono d’accordo sul fatto che certe dinamiche ci siano sempre state; c’erano ma la situazione sta precipitando. I servizi d’intrattenimento sono sempre di più. Credo si arriverà a un fenomeno diverso. Se si pensa a Cogne non si è mai visto uno spazio così ampio per una persona morta. Il fenomeno è in crescita. Per molti l’informazione sta diventando una forma di occupazione mentale. Alla fine mi ritrovo a difendere l’ordine dei giornalisti, perchè è l’unico argine che c’è tra i giornalisti e i markettari dove l’informazione è unita dalla pubblicità (giornali che sono cataloghi). Non riesco ad immaginare come sarebbe senza questo argine.
Conclusione vera: non sono pessimista ma apocalittico. In Italia internet è ancora un mondo a parte ma le cose andranno sempre peggio. Internet sta creando nuove presunzioni che fanno si che un certo di pubblico pensi di potersi occupare di informazione.