Sofia 48 ore andata e ritorno.

Complice un viaggio in Bulgaria, la scorsa settimana, il blocco della scrittura di post senza scomparso, o quasi.
La Bulgaria è una nazione per la quale non avevo mai provato un particolare interesse o meglio “una sorta di nazione dimenticata”: non se ne parla, non se ne legge e si conosce a malapena il nome della capitale, Sofia.
Ci sono stata e ho scoperto una nazione singolare e che mi ha incuriosito. Geograficamente si affaccia sul mare ma ha anche delle montagne sulle quali è possibile fare escursioni e sciare (anche in notturna).
Politicamente era molto vicino all’URSS e sta cercando di trovare il proprio equilibrio con l’Europa senza per ora avere l’Euro come moneta (2 Leva = 1 Euro)
Linguisticamente e culturalmente è la patria del Nobel Elias Canetti, usa i caratteri cirillici e ha una lingua molto simile al Russo.
Al di là di queste nozioni da Wikipedia ho vissuto tre esperienze uniche e che porterò con me:

1) Mi hanno regalato un Martenitsa, spilla o bracciale tradizionale con fiocchi rossi e bianchi da indossare per ottenere salute e felicità con l’arrivo della primavera. Si indossa il primo Marzo e va appesa all’albero più vicino quando si vede la prima cicogna della stagione. Non ho ancora visto la cicogna quindi per ora lo conservo!
Martenitsa

2) Ho mangiato una Banitsa in un ristorante di design che si chiama Checkpoint Charlie. Se andate a Sofia dovete assaggiarla; sembra un panzerotto gigante ma la pasta è una sottilissima sfoglia e all’interno c’era della ricotta calda e freschissima.
Banitsa
E adesso ho trovato anche la ricetta per provare a farla qui in Italia.

3) Ho conosciuto delle persone davvero smart in Leo Burnett Sofia e questo è un esempio di quello che sanno fare.

(Grazie Svetoslav Todorov per avermi mandato il file)

Tre esperienze che porterò con me sperando di tornare a esplorare un altro pezzo di Bulgaria.