Lost in Japan!
Ogni viaggio ha il potere di farmi ricordare e rivivere i viaggi precedenti, quando poi si aggiunge un amico che parte e ti chiede consigli entro nel tunnel della memoria con piacere e nostalgia. Domani parte Luca Zappa@zaps per il mio amato Giappone e questo flusso di indirizzi, consigli e suggerimenti è per lui e per i suoi compagni di viaggio, ma un po’ anche per me e per il segno indelebile che quel Paese ha lasciato nella mia anima.
Prima di tutto 10 cose che vi sorprenderanno e che è meglio sapere:
- i nomi delle vie in realtà non esistono; sono i building ad avere un nome e ci si orienta usandoli come punto di riferimento insieme a stazioni e monumenti. Vengono fornite mappe ogni volta che si chiedono indicazioni e anche ai taxi non si comunica l’indirizzo si consegna la mappa
- il contatto fisico non fa parte della cultura locale quindi niente strette di mano, baci o abbracci in pubblico ma nemmeno contatti casuali in metropolitana sebbene sia spesso molto affollata. I tassisti non amano nemmeno il contatto fisico con la loro macchina quindi non permettono che venga toccata la maniglia della portiera ma la aprono in automatico e scendono spesso a richiuderla con i loro guantini bianchi
- il rispetto per gli altri è molto elevato e per questo è d’uso comune portare una maschera quando si è malati così da non “spargere batteri”
- il cliente non solo ha sempre ragione ma viene ossequiosamente salutato ad ogni ingresso in un negozio quindi bisogna abituarsi in fretta alla cantilena dei commessi che dicono “benvenuto”
- saluti e ringraziamenti vengono fatti con un piccolo inchino che diventa più accentuato in città come Osaka, Kyoto, Kobe o piccoli paesi
- parlare inglese per i giapponesi non è facile e causa molto imbarazzo ma cercano in tutti i modi di essere utili nel caso si chiedano informazioni e spesso risolvono la questione accompagnando direttamente nel luogo che si cerca
- gli stranieri, chiamati Gaijin, non hanno l’obbligo di rispettare le regole culturali del luogo quindi nessuno si sconvolge se sono due stranieri ad abbracciarsi
- in metropolitana e in generale su tutti i mezzi pubblici non si può mangiare, bere o parlare al telefono
- i club per soli uomini o per sole donne nella maggior parte dei casi non sono luoghi di perdizione o di sesso a pagamento, sono luoghi dove persone dell’altro sesso vengono pagate per stare in compagnia, bere, chiaccherare
- la cucina è molto più varia dei soli sushi e sashimi, ricca di piatti di carne, verdure e di ristoranti dove lo chef cucina con gli ospiti o gli ospiti si cucinano le pietanze
Il consiglio migliore che posso dare è quello di perdersi e di assaggiare assolutamente tutto, anche quando non si sa esattamente cosa sia. Il livello di qualità della materia prima e di igiene non è paragonabile a nessun altro Paese al mondo. L’unica pietanza con la quale fare attenzione è il pesce palle perchè sebbene venga estratto il veleno (letale per l’uomo) spesso si ha una sensazione anestetizzante.
I ristoranti da non perdere sono:
- a Tokyo Gonpachi per il cibo ottimo e l’ambientazione di Kill Bill
- a Tokyo Ninja per la spettacolarizzazione dei piatti e della location (è la ricostruzione di una casa Ninja e i camerieri si comportano e sono vestiti da Ninja)
- a Osaka Kani Doraku per la varietà dei piatti sebbene l’ingrediente principale sia uno solo: il granchio (sul palazzo c’è un granchio gigante in plastica)
- sia a Tokyo che a Osaka e in generale nelle grandi città le Food Hall dei department store come Takashimaya e Mitsukoshi. Si trovano sempre nei due piani sotterranei e sono divise tra cibo internazionale, cibo locale e dolci (per i dolci cercate lo stand di Henri Charpentier)
- ovunque Doutor, lo Starbucks locale, dove cappuccino e caffè espresso sono davvero degni del nome
Non voglio trascrivere una guida turistica quindi evito l’elenco dei quartieri di Tokyo o dei templi in giro per il Paese però ci sono quattro cose che ho fatto, un po’ al di fuori dei soliti itinerari che rifarei subito:
- a Tokyo il giro dei giardini metropolitani (Hama-rikyū, Kyu Shiba-rikyū, Koishikawa Kōrakuen, Kyu Iwasaki-tei) e se non c’è tempo per tutti almeno Koishikawa Kōrakuen che è in pieno periodo di fioritura delle ninfee
- a Kyoto nei vicoli lungo il fiume si trova l’unica scuola rimasta per Geisha e attorno alle 16 le ragazze escono per andare a casa, non amano molto essere fotografate ma vederle e rubare uno scatto è davvero affascinante
- a Kyoto la passeggiata del filosofo al tramonto
- a Himeji la visita al castello, l’unico intatto e non ricostruito (ci sono i lavori di restauro quindi è meglio verificare le possibilità di accesso )
Altri mille pensieri mi affollano la mente in questo momento, ma queste poche righe credo bastino per assaporare il fascino di una nazione che ha raggiunto l’equilibrio tra tradizione e modernità in modo inusuale e affascinante.