Oni wa Soto! Fuku wa Uchi!

Arrivare a capire fino in fondo la cultura di un Paese non è nè facile, nè veloce. E’ un percorso personale, di adattamento interiore ed esteriore, che richiede tempo e un forte spirito “empatico”. Tutto è cultura e, dunque,  cultura è tutto? Non credo che Aristotele approverebbe questo mio abbozzato sillogismo, ma da quello che ho imparato durante i miei studi, ho capito che “cultura” non è solo arte, storia e religione, ma anche modi di comunicare, gesti, cibi, musica, leggende e tanto altro ancora.

Qui ad Osaka sto seguendo un corso molto interessante che analizza la comunicazione giapponese attraverso le sue “performance” (culturali e non); possono essere riti legati alla religione, a leggende, al teatro oppure alla quotidianità (dal modo di salutare – molto cerimonioso e pieno di inchini – al modo di porgere e ricevere un biglietto da visita). Argomento della prima lezione è stato lo Setsubun, una festa molto diffusa in Giappone. Viene celebrata il 3 febbraio per festeggiare l’inizio della primavera secondo il calendario lunare giapponese (setsubun significa, infatti, “fase di transizione”). 

 “Oni wa soto! Fuku wa uchi!” (鬼は外! 福は内!). Se state pensando che questi siano insulti, rincuoratevi, non lo sono. O almeno, non sono rivolti a voi, ma agli spiriti maligni (letteralmente significa: “Andate via demoni!Vieni avanti buona sorte!”). E’ una specie di “formula” che la gente pronuncia durante lo Setsubun per scacciare il diavolo e abbracciare tutto cio’ che puo’ accadere di positivo. Il rituale si chiama mamemaki (豆撒き, let. “lancio dei fagioli”) e viene svolto in casa o nei santuari, di solito dal toshiotoko (年男) della famiglia, ovvero il capofamiglia o un maschio che abbia l’animale dell’anno corrispondente secondo lo zodiaco cinese.

Durante il mamemaki, la persona che indossa la maschera (rossa o blu) del maligno viene letteralmente presa a “fagiolate”  (nello specifico si tratta di semi di soia o iriname) dal resto dei partecipanti. La cacciata del diavolo, pero’, perde la sua efficacia se, prima, ogni partecipante non ha mangiato il numero di semi di soia equivalente ai propri anni e recitato ad alta voce: “Oni wa soto! Fuku wa uchi!” (in caso contrario, il malaccorto dovra’ prepararsi ad altrettanti anni di sfortuna futuri!)

Nella regione Kansai (per intenderci area attorno ad Osaka), oltre al mamemaki si pratica anche un altro rito per celebrare lo Setsubun. Esso consiste nel mangiare un tipo di Futomaki (太巻き), ovvero un gigantesco roll di sushi, chiamato Eho-Maki (恵方巻) (let. “roll-sushi della fortuna”) o in alternativa delle sardine affumicate. L’ Eho-Maki e’  fatto con 7 ingredienti portatori di fortuna; lo si deve addentare senza fermarsi, ne’ proferir parola e rivolgendosi in direzione della buona sorte che cambia ogni anno a seconda del vento (quest’anno pare fosse est/nordest).

Setsubun Mame Beans, Otafuku and Oni Masks.

Buona primavera a tutti!